Quando si parla dell’India si dimentica spesso che in questo subcontinente esistono due vaste famiglia culturali: a nord i bianchi, che parlano lingue indoeuropee vicine al greco, a sud i “negri” che parlano lingue dravidiche. Quello che più desta ammirazione in noi dell’India, la profondissima sapienza religiosa e l’abissale inventiva matematica, sono probabilmente, invenzione dei dravidici del sud. Questi popoli abitavano forse Mohenjo-Daro e Harappa nella valle dell’Indo, la più antica civiltà conosciuta insieme con i sumeri, e probabilmente occupavano tutta l’India; del resto sulle monete di Moenjo-Daro sono spesso raffigurati zebù, che forse erano sacri come sono tutt’ora sacre le vacche in India. Più tardi, da nord arrivarano gli indoeuropei, gli “ariani”, che respinsero i dravidici a sud e li ridussero in condizioni di inferiorità; gli indoeuropei raccolsero la sapienza indiana che tradussero in sanscrito nei veda e nelle upanishad; credo che il loro regalo, sia stato il sistema delle caste.
sabato 4 luglio 2009
India
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