Ho appena letto il libro di Dai ‘Pra “Quelli che però è lo stesso”. Carino: il politically correct come sostitutivo di un’educazione politica assente. L’autrice, insegnante precaria in una scuola all’Idroscalo, estrema periferia degradata di Ostia, incontra i (sotto)proletari, di cui sostanzialmente invidia la libertà, anche quando si esprime nelle forme aberranti della violenza, del facismo, del machismo, del cattivo gusto. Non vorrei essere troppo cattivo, ma mi sembra che non avendo né il coraggio di abbandonare la propria piccoloborghesità né gli strumenti politici (nonostante o forse a causa del padre sessantottino) per rapportarsi dialetticamente con i proletari, si mette a fare la crocerossina, ovvero a tentare di trasformarli in piccolo borghesi di sinistra. Peccato, perché i sottoproletari sarebbero stato un ottimo punto di vista per rappresentare l'Italia berlusconiana.
martedì 31 gennaio 2012
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