domenica 7 aprile 2019

Abbanondo di Marx

A proposito di marxismo volgare e nominalismo è esempalre questa trasmissione di radioondarossa, per altro molto interessante.

Da una parte abbiamo un filosofo marxista, che espone con estrema precisione il pensiero di Marx, tranne le parti dell'economia di Marx che richiedono strumenti matematici, cioè il secondo libro del capitale e buona parte del primo (in particolare tutta la trattazione delle crisi di sovrapproduzione e la caduta tendenziale del saggio di profitto, che Marx esprime in linguaggio dialettico ma che sono molto più facili da capire con un minimo di modellizzazione; modellizzazione che sta alla base dell'analisi keynesiana il che significa che non viene letta dai marxisti, che giustamente identificano il carattere assolutamente borghese dell'analisi keynesiana ma che si dimetnicano che bisogna sempre prendere tutto quello di utile che c'è dagli avversari invece di cercare di preservarsi puri come dei catari).

Dall'altra c'è un (relativamente) giovane economista che secondo me non ha mai letto Marx in quanto chiaramente non padroneggia la dialettica. Che non padroneggi la dialettica si vede proprio da come affronta i rapporti della Banca Mondiale e di Confindustria: siccome sono di origine borghese devono essere sbagliati. Se le stesse statistiche fossero state fornite da un marxista sarebbero invece state giuste. Se uno invece si legge Marx si accorge che quando parlava di Smith Ricardo e Malthus era profondamente dialettico: diceva sempre (semplifico): in questo ci hanno visto giusto ma in questo ha visto sbagliato (di solito si vede sbagliato per i paraocchi ideologici della propria classe). Del resto alla fine degli anni '60 si è abbandonata la dialettica a favore della decostruzione, che sembra simile ma è completamente diversa, in quanto la decostruzione sostiene 8semplfiico) che è impossibile trovare delle verità comuni in quanto ogni idea è completamente determinata dall'essere di chi la professa. Detta così si vede subito che anche se parte dal concetto di struttura e sovrastruttura è esattamente il contrario dell'analisi marxiana che pretendeva di essere scientifica /e  in questo momento non so dare una definizione di scientifico per Marx e non mi va neanche di cercarla).

Detto questo il giovane mi piace particolarmente, perché ha capito e porta avanti un'idea fondamentale: alal fine degli anni '70, con la sconfitta del movimento operaio più o meno globale (il crollo dell'Unione Sovietica degli anni 80 ne è solo una conseguenza) si decise di abbandonare il marxismo. La nascita del postmoderno e della decostruzione sono solo conseguenze di questa scelta. Chicco si è reso conto che in fondo tutti i problemi della politica degli ultimi 50 anni, che pure ha espresso in certi momenti delle contraddizioni forti (si pensi al moviemnto No Global che quantomeno era di massa e globale) nascono proprio da questo abbandono di Marx. Purtroppo NON ha gli strumenti per il tirono a Marx (e infatti ricorre a un vecchietto simpatico che è cresciuto a pane a Marx) ed è fondamentalmente postmoderno nel modo di pensare (senza accorgersene che è il problema peggiore).. Va detto che il problema si verifica soprattutto per il Marx economista (molto più difficile) e non per il Marx storico, in quanto pèr esempio i Wu Ming portano avanti un'analisi storica assoltuamente amrxista e tra l'altro (quindi= fortemente efficace.


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