domenica 7 aprile 2019

marxismo volgare e nominalismo magico

Non ricordo chi diceva "cos'è mai un nome: una rosa con un altro nome profumerebbe ugualmente". In altre parole i nomi sono solo suoni che servono a etichettare un concetto, che è la cosa che conta. Nella scuola italiana invece si ha ancora l'idea magica che se cambi il suono allora cambi la cosa - la base della magia è proprio questo, e che quindi quello che è importante non è afferrare i concetti ma ripetere correttamente la parola (pronunciata dal professore) questo nominalismo magico è particolarmente radicato (non so perché) tra coloro che si proclamano marxisti, che pensano che utilizzare la terminologia marxiana sia praticamente tutto ciò che serve per essere marxisti e che se invece si formulano esattamente gli stessi concetti con terminologia diversa. O meglio lo so, Marx è scritto in linguaggio dialettico, che ben pochi (soprattutto se hanno meno di 60 anni) padroneggiano e non padroneggiando la dialettica sono costretti a fermarsi alle parole marxiane senza afferrare la sintassi marxiana.

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