sabato 24 dicembre 2011
Inglese
Stavo leggendo in un libro di Nick Hornby il discorso di un personaggio che parlava in cockney. Mi colpì la stranezza di quel linguaggio, non tanto il vocabolario, che differisce dall'inglese standard quasi solo per la pronuncia, quanto per la sintassi. La disposizione delle parole è infatti completamente diversa dall costruzione diretta - non diversa da quella delle lingue neolatine - dell'inglese che si insegna nelle scuole (inglesi). Il che mi fa pensare che l'inglese, sotto una verniciatura di francese (da cui proviene gran parte del vocabolario) e latina (che fino a poco fa era la lingua dei dotti), sotto uno strato sassone-germanico, conserva una sintassi celtica, del tutto diversa sia dalla costruzione delle lingue germaniche che di quelle neolatine. Questa sintassi particolare si ritrova ancora nel gallese e nel gaelico, ma rimane al cuore dell'inglese, e si riconosce soprattutto nei dialetti e nello slang, dove la scorza neolatina è più sottile. I celti, invasi da sassoni e normanni, assorbirono il vocabolario degli invasori, ma mantennero la sintassi della lingua di origine.
Obama
Uno dei pilastri dell'ideologia africana è che siamo tutti fratelli. Barack Obama, nel suo discorso inaugurale, ha sostanzialmente detto agli americani siamo tutti fratelli, uniamoci per affrontare i gravi probelmi del Paese -solo che un discorso del genere non lo puoi fare agli americani. La destra ha preferito far piombare il Paese nella recessione piuttosto che rinunciare ai suoi privlegi e la sinistra l'ha considerato una pappamolla. Insomma, ha peccato di troppa nobiltà d'animo.
sabato 17 dicembre 2011
Leonardo and Malevic
There is a strange consonance between "Mona Lisa" and Malevic's suprematism: both are holograms. More generally. Leonardo was so ahead of his tome (and so misunderstood) to be a man of XXth century. He considered himself an artist, an intellectual, a creative man, like us today, not certainly a craftsman such as was the concept in the XVIth century. Moreover, his main interest was perhaps to find a way to escape from the bidimensionality of the painting, a typical XXth century topic that was not fully perceived in the XVIth century.