martedì 7 giugno 2016

Piccolo dizionario marxiano I

Marx, nonostante le apparenze, va molto di moda, specialmente su social. Mi accorgo però che molti dei commenti, per quanto validi e utili, sono fatti da persone che non padroneggiano bene la dialettica. In effetti, anche se Marx fa riferimenti qua e là del procedimento dialettico, dà per scontato che uno conosca questo metodo (che deriva da Hegel) nella sua forma materialistica.
In effetti, chi conosce la dialettica tende a leggere Marx in un modo molto più sottile del solito. Lacan, per esempio, che pure era un conservatore, utilizza massicciamente concetti marxiani, anche se questi sono in una forma in cui possono apparire irriconoscibili; Jeremy Rifkin, che non è certo comunista, anch’esso si basa sui concetti eonomici marxiani, anche se anche in questo caso in una forma apparentemente irriconoscibile. Chi non conosce la dialettica tende invece a reiterare sostanzialmente le frasi di Marx (perché in fondo ne capisce la forma ma non il contenuto reale).


Anarchia: Marx non parla mai di forme di governo o di diritto, in quanto queste derivano dalla composizione delle classi. Però un bellissimo libro di Engels – ma chiaramente suggerito nelle linee fondamentali di Marx – si chiama la nascita della famiglia, della proprietà privata e dello stato. Parla di antropologia (molti marxisti pensano che l’antropologia sia sempre al servizio del colonialismo, ma evidentemente non sanno che esiste questo libro), ma implicitamente il titolo suggerisce che come famiglia proprietà rprivata e stato sono nati, così un giorno finiranno. E il comunismo comincia proprio quando proprietà privata famiglia e stato scompaiono. Non a caso Lenin (in Stato e Rivoluzion) afferma che i comunisti hanno lo stesso scopo degli anarchici – si potrebbe addirittura sostenere – paradossalmente . che il marxismo è una varietà di anarchia storicista e economicista.

Astratto: Nel linguaggio comune astratto significa grosso modo figurato, mentale, mentre concreto significa fisico. Nel linguaggio della dialettica marxiana il significato è completamente diverso. Concreto è l’unità di tutte le determinazioni, mentre astratto è ciò che non sintetizza tutte le determinazioni. Il concetto si capisce facilmente con un esempio. “Il sole è caldo” è una singola determinazione, e perciò è estratto; il sole è giallo è una singola determinazione, “il sole è una stella” è una singola determinazione e quindi astatta. “Il sole è una stella di media grandezza” è concreto in quanto unisce queste tre determinazioni: stella, gialla, calda. Ovviamente possiamo pensare ad altre determinazioni (il sole sta al centro del sistema solare) che non sono comprese in questa  sintesi di determinazioni, anzi, possiamo aggiungere un numero infinito di determinazioni, per cui il movimento dall’astratto al concreto (movimento reale) è potenzialmente infinito: il reale è un limite (il reale è l’impossibile come diceva Lacan).

Materialismo: Nel linguaggio comune materialista è chi pensa che esiste solo la realtà fisica, ma nel linguaggio marxiano materialista è chi pensa che il reale sia concreto (vedi ).

Movimento reale: il ciclo dialettico passa dall’astratto al concreto e poi di nuovo all’astratto. Però un ciclo può avvenire in due sensi: partire dall’astratto e arrivare al concreto oppure partire dal concreto e arrivare all’astratto. Nel primo caso si ha il materialismo (vedi) nel secondo caso l’idealismo (Hegel, ma in realtà quasi tutta la filosofia occidentale).



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