lunedì 28 marzo 2016

Jacques Lacan, Copernico e il reale

Credo che Jacques Lacan abbia capito in pratica tutto della vita psichica - partendo da Freud ma aggiungendo alcuni elementi importanti che gli permettono di curare, dopo le nevrosi risolte da Freud, il ben più difficile caso della piscosi. Solo che il suo sistema è tolemaico, centrato sul soggetto invece che sullo spazio che separa l'io dall'Altro - e come il sistema tolemaico era complicatissimo, così il sistema lacaniano è assai complesso, con tutto il suo gioco di specchi e controspecchi. Se si pone il centro sul reale, tutto diventa più semplice - e sostanzialmente si ritorna, però con maggiore consapevolezza, su quello che dicono le sapienze. Ma Lacan non ha torto a sostenere che il reale è l'impossibile, perché da un punto di vista copernicano il soggetto non + più il centro del mondo, ma diventa parte del mondo, il che è estremamente difficile da visualizzare - e perciè "impossibile". Una magnifica litografia di Escher, che vidi per la prima volta nel bel libro "Gödel Escher Bach an eternal golden braid" di Douglas Hofstadter, però tenta e reisce proprio in questo compito:
Il ragazzo guarda un paesaggio di cui fa parte, con tutte le distorsioni inevitabili, e soprattutto un angolo in alto a destra non disegnabile (in due dimensioni): l'impossibile di Lacan?

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