Discutevamo con un caro amico sul film postumo di Claudio Caligari "non essere cattivo", essenzialmente il remake vent'anni dopo del gran film "Amore tossico". L'uno trattava della vita di alcuni eroinomani, questo parla della vita di piccoli spacciatori al tempo della cocaina e delle metanfetamine. Il mio amico sosteneva che "non essere cattivo" mancava dell'epica potenza di "amore tossico", in quanto il relativo sentimentalismo dei personaggi poco si accorda con la durezza del mondo dei sottoproletari.
In realtà, penso che il problema sia ben altro: ""amore tossico" viene prima del 1989, "non essere cattivo" dopo. Nel 1983 tutti erano convinti che il proletariato avrebbe conquistato il mondo, nel 2015 non ci crede (quasi) più nessuno; i protagonisti di "amore tossico", quindi, a modo loro sono dei vincenti, mentre quelli di "non essere cattivo" sono assolutamente perdenti. Una punta di romanticismo è presente anche in "amore tossico", in quanto i proletari (e anche i sottoproletari) al fondo sono romanticissimi, anche se la durezza estrema della vita di borgata non lascia tante occasioni di esprimerlo, ma è il romanticismo dei forti; quello di "non essere cattivo" è il romanticismo dei deboli.
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