martedì 25 novembre 2014

Anni '70 II

Sentivo in televisione, in un programma sul '77, la vulgata secondo cui il movimento creativo e non violento era tenuto in ostaggio dalle frange violente, interpretazione che ricorre eternamente senza mai essere superata. La vulgata nasconde una profonda incomprensione da parte del PCI di quello che è stato il movimento degli anni '70, incomprensione che sembra durare anche oggi a distanza di tanti anni,  e che si regge su due equivoci:

1) come ha ben sottolineato Umberto Eco in "sette anni di desiderio", il movimento degli anni '70, almeno in grandissima parte, non era rivoluzionario, era antifascista. C'era la paura di finire come il Portogallo, la Spagna e la Grecia, e questo timore non era certo infondato (vedi il golpe Borghese). Cossiga pare abbia detto, anni dopo, che erano stati durissimi nelal repressione, ma almeno avevano evitato che prevalessero "quegli altri" - in altre parole non abbiamo avuto i colonnelli in Italia perché una parte della DC - e forse nemmeno quella più democratica -  non ha voluto. Nel movimento c'era chi pensava che il pericolo fosse così grave da doversi armare, altri avevano altre opinioni ma sentivano il pericolo ugualmente.Semplifico enormemente, ovviamente, c'era anche il tema della repressione che era diventata brutale, ma visto così diventa tutto molto più chiaro. Le stesse Brigate Rosse pensavano sostanzialmente di essere partigiani che volevano impedire la svolta autoritaria - se avessero veramente avuto l'intenzione di fare la rivoluzionari la rivoluzione l'avrebbero vinta, come scrissi in un altro post che mi sembra abbiano cancellato (non solo in Cina, anche in Italia certe parole chiave in Italia sono vietate).

2) il movimento degli anni '70 era fondato sull'autorganizzazione, sul non riconoscere legittimità al partito, in definitiva sul superamento della distinzione tra anarchia e comunismo, e (in soldoni) sul ritorno alla Comune di Parigi dopo l'esperienza bolscevica . Tutte cose assolutamente incomprensibili per un PCI che è ancora stalinista oggi (nonostante le apparenze e pur non essendo più socialista) figuriamoci allora. In altre parole, quello che sconvolgeva i quadri del PCI non era certo la violenza, era il fatto che dei proletari non obbedissero alle direttive del partito che doveva rappresentarli.  Il '68 era stato borghese, quindi bastava tacciarlo di spirito piccolo borghese (come fece Pasolini), il '77 era inequivocabilmente proletario, quindi inclassificavile. In un certo senso si è trattato dello stesso scontro tra anarchici e stalinisti che si ebbe durante la guerra.civile spagnola, divisione che fece vincere Franco. Nel nostro caso i fascisti non hanno vinto, però il paese si è bloccato, come dicevo in un altro post, ed è rimasto in uno stato di sospensione fino all'incirca alla crisi del 2008, quando il trauma è stato parzialmente superato - il trauma, non la rimozione che sempre accompagna i traumi.



si è sostanzalmente bloccato finoalla crisi del 2008, come dicevo in un altro post,

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