mercoledì 22 ottobre 2014
Spread a 528
Berlusconi e Tremonti certo avevano un punto di forza nelle televisioni, ma la vera ragione del loro successo consiste nel non aver fatto pagare le tasse alla loro base elettorale, circa il 20% del Paese, costituita da commercianti e piccoli industriali. Non a caso lo slogan della prima campagna elettorale di Berlusconi, era "meno tasse per tutti" ("tutti" va inteso "i ricchi"). Anche se spesso non viene realizzato, l'evasione fiscale tollerata di fatto significa l'erogazione di un cospicuo sussidio. Berlusconi è riuscito a erogare questo gigantesco sussidio senza tagliare eccessivamente la spesa pubblica grazie - sorpresa sorpresa - al fortissimo potere di acquisto del tanto vituperato euro. L'introduzione dell'euro ha significato infatti la disponibilità di ampissima liquidità per lo stato italiano, che è stata elargita al ceto medio-alto, appunto sotto forma di sussidi mascherati . In un certo senso la politica economica di Tremonti è stata la prosecuzione del deficit-spending clientelare craxiano, e per essere equanimi, va detto che ha garantito una certa prosperità al Paese. Se però l'immissione di liquidità attraverso il deficit spending dello stato viene solo consumata senza essere investita, si viene a creare una bolla che alla prima contingenza internazionale sfavorevole esplode. Successe con la politica craxiana ai tempi del governo Amato nel 1992, è successo, in misura enormemente più grave, nel 2011, con il rischio non tanto di far fare bancarotta allo stato italiano quanto di far saltare l'euro. Infatti nel 2011 Berlusconi è caduto (i berlusconiani no, sono tutti al governo insieme con Renzi) e l'Italia è stata di fatto commissariata dall'Unione Europea.
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