All'inizio del secolo scorso vi fu un grande dibattito in ecologia tra Clements, che sosteneva che la comunità è un organismo e Gleason che sosteneva che la comunità semplicemente non esiste. E per decenni ci hanno detto che quello giusto era l'approccio "individualistico" di Gleason. Quando sono arrivati gli studi della Simard, l'ecologa forestale americana che ha scoperto che gli alberi delle foreste sono tutti collegati attraverso le micorrize e si scambiano sostanze e informazioni, la prima cosa che ho pensato è che era invece Clements che aveva ragione: non esistono gli individui, mas olo la comunità, un concetto che sarebbe piaciuto anche a Gregory Bateson. La Simard viene spesso accusata di antropomorfismo, ma quello che mi sembra antropomorfizzante è l'approccio di Gleason, che proiettta la società individualistica anglosassone sulle comunità vegetali che funzionano, di fatto, in tutt'altro modo rispetto all'America o alla Gran Bretagna. E tra l'altro dubito che idee del genere sarebbero venute in mente a un giapponese o un aborigeno australiano, sono idee modellate decisamente sulla società anglosassone,
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