La favola delle api di De Mandeville (vizi privati e pubbliche virtù) è il fondamento del pensiero liberale, e afferma - semplificando molto - che i vizi umani, quelli condannati dal cristianesimo, sono il fondamento del benessere generale. Per esempio l'avidità accresce la ricchezza delle nazioni e quindi a livello generale diventa una virtù.
Io penso che in questa idea abbia qualcosa di molto profondo, in quanto effettivamente non tutto il male viene per nuocere. Direi anzi che è un principio potente, ma come tutte le cose potenti va maneggiato con estrema cautela. Il liberalismo classico - quello finito nel 1914 - sapeva farlo e ci ha assicurato due secoli di terribile progresso (in tutti i sensi). Il neoliberismo - i cui rappresentanti sono essenzialmente deslli apprendisti stregoni che maneggiano in allegra spensieratezza i terribili strumenti della modernità, dal mercato alla tecnologia informatica - manca completamente della seggezza degli antichi liberali (diciamo la saggesza di Luigi Eianudi) e a un principio profondo ha sostituito una specie di mistica che mescola De Mandeville e Darwin che costituisce la religione attuale di gran parte del mondo anglosassone ma non solo (e che viene ampiamente presa in giro dal cartone animato i Simpson).
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