mercoledì 30 luglio 2014

Costanzo Preve

Sul web quando si fa una ricerca con parole chiave in qualche modo collegate al marxismo ai primi posti quasi sempre esce  Costanzo Preve o il suo discepolo Diego Fusaro. Costanzo Preve era un insegnante di filosofia che si presenta come filosofo marxista (tra le righe, vorrebbe accreditarsi come l'unico filosofo marxista vivente). La sua notorietà è però dovuta, secondo me, al fatto che ha intrattenuto relazioni cordiali con l'itnellettuale fascista Alain de Benoist. Molti si chiedono: come è possibile che un personaggio sicuramente marxista e sicuramente intelligente abbia così brutte frequentazioni? I più lo interpretano come apertura mentale e libertà di pensiero. I più schierati lo definiscono "rossobruno". Le cose sono un po' più complesse, e per capirle bisogna ricordare un fatto importante, e cioè che Mussolini era da giovane un socialista rivoluzionario, che (diceva Cossiga), non aveva mai potuto dimenticare le sue origini socialiste e soreliane. L'operazione effettuata da Mussolini - a suo modo geniale - è stata quella di prendere Marx e togliergli la lotta di classe. Se  a Marx togli la lotta di classe rimane la supremazia della politica, lo spirito rivoluzionario, il partito unico, e diventa naturale promuovere il corporativismo, cioè l'unione dei lavoratori e dei capitalisti nel supremo interesse della nazione. A essere precisi, più che Marx - lotta di classe = fascismo dovremmo scrivere l'equazione Lenin - lotta di classe = fascismo, il che è storicamente più ragionevole (la marcia su Roma è 6 anni dopo la Rivoluzione d'Ottobre) ma soprattutto tiene conto del fatto che il partito rivoluzionario non c'è in Marx.

Ora, Costanzo Preve fa un'operazione più estrema. Mussolini toglie la lotta di classe da Marx, Preve gli toglie direttamente la classe. Recupera insomma la tradizione interclassista della democrazia cristiana - sconosciuta ai giovani - e la fonde con tutto l'armamentario analitico marxista. Siccome i principali risultati scientifici di Marx - la storia come lotta di classe e l'analisi economica - derivano dal concetto di classe, il suo è necessariamente un marxismo filosofico e non un marxismo scientifico (qualsiasi senso si voglia dare al termine scientifico). E se un cattolico non marxista, anche non di sinistra, spesso è portato dal pauperismo evangelico a dialogare con la sinistra, un cattolico marxista sarà portato naturalmente a dialogare con la destra. Non con il fascismo storico, ma con il neofascismo - anzi, non solo a dialogarci, ma a fornirgli un'impalcatura intellettuale legittimante. Insomma, Preve non è rossobruno, come pensano alcuni, perché il rosso è il colore non dei rivoluzionari ma delle classi popolari - ma biancobruno.

Per convincersi di quello che ho detto basta leggere il saggio di Preve su Lukacs, disponibile online. In tutto il saggio non c'è mai il termine classe. A parte che l'assenza è rivelatrice (e le mie riflessioni nascono interamente da questa assenza), a parte che ci si potrebbe chiedere se l'omissione è onesta o no, soprattutto Lukacs diventa incomprensibile senza il concetto di classe, e ancora più incomprensibile la sua adesione allo stalinismo, sofferta ma sincera. Preve sostiene che fu per non essere escluso dal corso degli eventi storici - insomma lo interpreta come uno storicista alla Gentile (proiezione freudiana).




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