va molto di moda l'espressione "rivoluzione liberale", riferita alle liberalizzazioni, al berlusconismo, in una parola al thacherismo, cioè alla cancellazione di quei pochi elementi di intervento statale in economia che hanno caratterizzato che hanno caratterizzato tutto l'occidente nel periodo 1930-1980. Usare l'espressione gobettiana in questo senso equivale a equiparare l'intervento statale in economia al feudalesimo. Mi spiego. Cosa intendeva Gobetti con rivoluzione liberale? Intenedeva sostanzialmente che in Italia non era stata fatta la rivoluzione francese in cui la borghesia abbatte il feudalesimo, l'Ancien Régime e prende il potere. La rivoluzione liberale è appunto l'abbattimento del feudalesimo. Dire che la rivoluzione liberale consiste nell'eliminare l'intervento statale in economia e i diritti sociali equivale quindi all'equivalenza elementi di socialismo = feudalesimo.
Gobetti era poi consapevole che in Italia la rivoluzione liberale non era avvenuta meramente perché la borghesia, in un paese agricolo, senza industria, arretrato e controriformato, non esisteva. Sosteneva quindi che i pochi borghesi esistenti dovessero allearsi con il proletariato (limitato anch'esso, il proletariato c'è dove c'è una forte industria) proprio per abbattere il feudalesimo. Marx diceva esattamente la stessa cosa (nel Manifesto dice "borghesi e comunisti lottano insieme contro il feudalesimo"). anche se ho qualche dubbio che Gobetti avesse letto Marx. Le idee di Giobetti furono messe in pratica da Giustizia e Libertà, che era la formazione partigiana più vicina alle brigate del PCI - amate pochissimo, va detto, dal PCI stesso, per motivi squisitamente egemonici e non certo per problemi ideologici o di classe (a fare gigantesche oncessioni ai cattolici poco dopo non avrebbero esitato un secondo).
Ora, in ogni cazzata, anche la più strumentale, c'è sempre un fondo di verità. Quando il Corriere della Sera usa l'espressione "rivoluzione liberale", anche se uccide Gobetti una seconda volta, un motivo c'è, e sta nel fatto che una borghesia di piccoli imprenditori e di bottegai si è formata alla metà degli anni '80, creata quasi dal nulla soprattutto dalla DC e solo secondariamente dal PSI - il famoso popolo delle partite IVA. Questa borghesia vuole prendere il potere e quindi è abbastanza naturale (e strumentale) usare l'espressione in modo antigobettiano. Questa borghesia però non è certo la borghesia eroica, rivoluzionaria e progressiva (anche se crudele e classista) esaltata da Marx nel Manifesto, che fa "sciogliere tutto nell'aria", ma di una borghesia reazionaria che eredita praticamente tutto dei ceti parassitari e feudali. Gobetti (e Gramsci, il suo principale referente) è servito.
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