lunedì 31 dicembre 2012
Auguri
Forse è un'impressione, ma mentre negli anni passati le persone che incontravi per strada avevano lo sguardo truce e si guardavano dal fare gli auguri, quest'anno di crisi e di IMU e di tagli la gente è tornata a farsi allegra gli auguri. Curioso paese. Probabilmente non siamo abituati ai soldi, venendo come veniamo da secoli di miseria estrema, e il breve periodo che li abbiamo avuti ci hanno reso insicuri come un uomo che maneggia un serpente.
lunedì 24 dicembre 2012
Ercole
In fondo la storia di Cristo è la stessa di Ercole: nato da Zeus e da una donna mortale, scende agli inferi per sconfiggere Cerbero-morte, e quando muore (per il tradimento della camicia di Nesso), viene assunto, unico tra i mortali, tra gli dei dell'Olimpo. Del resto sembra, almeno secondo Sergio Frau, che Herakles sia la traslitterazione (o meglio la lettura alla greca) del nome del dio fenicio Melknès, e la fenicia non è lontana dalla Galilea. L'unico punto forse di disaccordo è che Cristo compie solo l'ultima fatica, mentre Ercole ne compie dodici, che rappresentano le forze oscure che minacciano l'umanità, e che per gli antichi erano assai più numerose della morte, di cui, in fondo, si preoccupavano poco.
sabato 15 dicembre 2012
Crux II
I just realized that in the previous post, Doré's illustration of the four stars of the I canto of Purgatorio are arranged to form the shape of the Crux.
venerdì 14 dicembre 2012
Crux
At the beginning of the I canto of Purgatorio, after the introduction, Dante sees four bright star in the dawning sky:
“Io mi volsi a man destra e posi mente
A l’altro polo, e vidi quattro stelle
Non viste mai fuor ch’a la prima gente.
Goder pareva il ciel di lor fiammelle;
o settentrional vedovo sito,
perché privato se’ di mirar quelle”
(I turned right, and I paid attention to the other pole, and I saw four stars, that nobody but the earliest people saw; the sky seemed to enjoy their little flames; oh Northern widow site, because you are deprived of seeing them).
In high school they teach us that the four stars represent the four cardinal virtues: justice, strength, prudence and temperance, and that Dante says that these virtues were known by Adam and Eve (that lived in the Eden at the summit of the mount of Puragatorio, exactly on the South Pole) but are nowadays lost. But in the Divine Commedy symbols never stay on their own, but are closely related to actual things, with the relationship of a metaphor to the object. For instance, “la bufera infernal che mai non resta” (The infernal storm that never rests) of Canto IV of Inferno perfectly reflects the unmoderate passions that shake the lustfuls. Dante’s metaphors and allegories, moreover, are always astonishingly precise. Only many years after high school I realized that, since the four star are exactly above the South Pole, they clearly represent the Crux, that marks the South Pole in the same way as the Plough marks the North Pole. When I first noticed this, I was surprised because in the Middle Age the constellations of the Southern Hemisphere should have been unknown. But the Crux was well known to Arabs, that sailed regularly up to Kenya and Tanzania slightly south of the Equator, and probably Dante, that was strongly influenced by a few Arabic texts, received informations about the Crux from Arabic sources. The Crux is visible south of about 20° N. Therefore probably Dante, when he says “settentrional vedovo sito” (Northern widow site) means Europe and not Northern Hemisphere as a whole. Moreover, he probably thinks that the Cross of the South was known by the Greeks and the Romans, since Cato, that shortly afterwards he will meet, represents the virtuous pagan that still has not lost familiarity with the four stars that were so close to the Garden of Eden. Therefore, I suspect that “la prima gente” (the earliest people) means not only Adam and Eve, but also the ancient people in general. But I’m aware that if you admit that Dante was informed about the Cruz this passage presents some difficulties of interpretation.
venerdì 7 dicembre 2012
I tedeschi lavorano di più
Ha girato in televisione, sul terzo canale RAI, uno sketch in cui si affermava che i tedeschi hanno un'economia più solida rispetto a quella italiana perché lavorano di più
riporto un paio di statistiche
numero di ore lavorate annuali per lavoratore: Germania 1408 Italia 1775 UK 1652
produttività del lavoro per ora lavorata (fatta 100 la media europe): Germania 105 Italia 108 UK 107
(I dati si riferiscono al 2010).
Perché allora i tedeschi hanno un'economia più forte? Perché ci sono meno disoccupati: in Germania la percentuale di disoccupati è del 5,4%, in Italia è 11%, in Gran Bretagna del 7.8 %; tanti disoccupati significa meno gente che produce e meno gente che compra.
Inoltre i salari in Italia sono bassissimi: Germania 32.000 Italia 27.000 United Kingdon 30.000. Il che significa meno soldi disponibili per gli acquisti e quindi minori vendite. Ricordate lo spot dei tempi di Berlusconi in cui si ringraziava chi comprava?
Trattandosi di tema economico abitualmente avrei scritto in francese. Lo sketch televisivo però era in italiano.
riporto un paio di statistiche
numero di ore lavorate annuali per lavoratore: Germania 1408 Italia 1775 UK 1652
produttività del lavoro per ora lavorata (fatta 100 la media europe): Germania 105 Italia 108 UK 107
(I dati si riferiscono al 2010).
Perché allora i tedeschi hanno un'economia più forte? Perché ci sono meno disoccupati: in Germania la percentuale di disoccupati è del 5,4%, in Italia è 11%, in Gran Bretagna del 7.8 %; tanti disoccupati significa meno gente che produce e meno gente che compra.
Inoltre i salari in Italia sono bassissimi: Germania 32.000 Italia 27.000 United Kingdon 30.000. Il che significa meno soldi disponibili per gli acquisti e quindi minori vendite. Ricordate lo spot dei tempi di Berlusconi in cui si ringraziava chi comprava?
Trattandosi di tema economico abitualmente avrei scritto in francese. Lo sketch televisivo però era in italiano.
giovedì 6 dicembre 2012
The rich gets richer
I was reading the interesting post about academic careers in Distributed Ecology http://emhart.github.com/blog/2012/12/05/knowing-what-i-know-now/. I can subscribe, but what the author seems not to realized is that the principle that the rich egts richer is by no means limited to academia, but is at the very core of capitalism. When you have a positive feedback with no negative feedbacks, the system grows exponentially until it eventually collapses. Class war was the stabilizing negative feedback; when it was removed, in the ’80, a few decades after the system collapsed, in 2008. Capitalism still survives and even flourishes because it was exported to previously underdeveloped countries, such as Brazil , India and China , but I’m afraid that in 20-30 years collapse or at least stagnation will reach the BRICs too. This is nothing new, of course, it is just the second book of Das Kapital restated in terms of cybernetic. Everything is so incredibily silly.
domenica 2 dicembre 2012
Rivoluzionari
Negli anni '70, la sinistra, appunto, extraparlamentare, era usa non votare. Il motivo era spiegato sinteticamente da uno slogan dei fascisti (occorre ricorre a loro) copiato come al solito da un concetto di estrema sinistra: "il popolo non vota lotta". In altre parole chi fa lotta di classe, ma non vota, è rivoluzionario. Ma chi non fa nulla, e non vota, non è rivoluzionario, è qualunquista (per quanto belle possane essere le sue idee)