venerdì 28 settembre 2012

Sentimenti

Lo scrittore Antonio Steffenoni scrive ("il venerdì di Repubblica" del 21 settembre 2012) "Dietro questa preoccupazione si sente il profumo di una vecchia abitudine: quella di considerare l'economia una scienza (...). Vediamo insigni scienziati dell'economia boccheggiare e non riuscire ad arrestare l'andamento negativo e anomalo dei mercati (...). E che fanno sospettare che dietro a questi andamenti, invece delle care, presunte leggi dell'economia non ci siano altro che i cari vecchi sentimenti dell'uomo: avidità, sete di potere, scontro di classe ecc. Ovvero tutto ciò che si impara frequentando i corsi di filosofia, di diirtto e di storia. Quelli per cui le facoltà umanistiche italiane sono famose in Italia e nel mondo". Che è come dire che l'ingegneria non è una scienza perché dietro al movimento dell'automobile non sta il motore ma la decisione dell'automobilista di svoltare a destra o a sinistra e che perciò le autumobili le dovrebbero fabbricare i professori di filosofia morale. Il che è ben presente ai filosofi (Aristotele per esempio distingueva vari tipi di causa in quanto era consapevole che la spiegazione di un fenomeno è sempre multidimensionale), ma forse non a quelli che frequentano le universita famose nel mondo.

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