giovedì 16 febbraio 2012

Gesuiti euclidei



E’ noto come, nel ‘600, il padre gesuita Matteo Ricci, partito come missionario in Cina, tentò con successo di fondere il cristianesimo con il confucianesimo, creando un rito speciale che venne accolto con favore dall’imperatore e che prosperò per circa un secolo finché la Chiesa di Roma non decise che non era ortodosso. Per questo, Matteo Ricci fece gli stessi studi di un mandarino, arrivando a padroneggianre i classici e la calligrafia, e a vestirsi alla cinese, in modo da essere accettato dalla corte imperiale e soprattutto di trovare i punti di contatto tra la millenaria cultura cinese e il cristianesimo, compito non facile; in cinese per esempio non esiste il termine “dio”, e Matteo Ricci dovette tradurrlo con la parola cinese per “cielo”. Insomma, pur di evangelizzare i cinesi si sinizzò completamente. Ma nulla mi toglie dalla mente il sospetto che - a parte gli obblighi per così dire di servizio - Matteo Ricci abbia voluto diventare cinese per intima consonanza con un popolo, da tanti punti di vista, gesuitico. Cosa c’è di più gesuitico del concetto di Deng Xiao Ping di “economia socialista di mercato”?

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