martedì 7 febbraio 2012

Diversità delle lingue




La massima diversità linguistica si ha in America e in Nuova Guinea, ma più in generale in tutte le aree dove vivono "primitivi". C'è grande preoccupazione per l'estinzione delle lingue, che avviene a un ritmo simile a quello delle specie biologiche. Le lingue scompaiono perché scompaiono i modi di vita tradizionali, le popolazioni migrano nelle grandi città dove acquisiscono la lingua nazionale. Tuttavia non bisogna dimenticare che l'Europa del Medioevo era un'area di altissima diversità lingustica. In Francia, per esempio, a parte il bretone (di ceppo celtico) e l'occitano a sud, si parlavano numerosissimi patois, cioè lingue locali. Ricordo che quando lessi gli essais di Montaigne mi colpì moltissimo quando afferma che lui parlava francese, italiano e piccardo. Queste lingue locali sono state cancellate dall'affermazione degli stati nazionali. Lo stesso crollo di diversità linguistica che ha avuto la Francia è accaduto per esempio nei Paesi Bassi, mentre l'Italia e la Germania mantengono quasi intatti i loro dialetti, che specialmente per quanto riguarda l'Italia hanno talora lo statuto di vere e proprie lingue (i linguisti non hanno dubbi per il sardo, ma credo che si potrebbe dire per il siciliano, il napoletano ecc.).

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