giovedì 3 novembre 2011

Terry



E’ ormai famosa l’affermazione di Terry de Nicolò per cui le racchie dovrebbero restare a casa e per avere successo bisogna essere disposte a vendere anche la madre. La cosa interessante non è la frase in sé – i liberalconservatori maschi e ricchi fanno continuamente l’elogio dello “struggle for existence” e va benissimo, se l’elogio dello “struggle for existence” viene fatto da una donna in fondo non tanto fortunata, diventa fonte di scandalo – quanto il fatto che tutti siano rimasti spiazzati. Sarebbe bastato rispondere: “ma ha Terry avuto successo? Si può considerare successo il quarto d’ora di notorietà costruito ad uso e consumo di chi il successo ce l’ha veramente? Possono fare la prostituta anche le racchie, vista la sorprendente varietà dei gusti maschili, e forse se fosse diventata abilissima nel lavoro a maglia avrebbe fatto moltissime comparsate televisive lautamente pagate (anche se in contesti più familiari). In altre parole , sarebbe bastato il vecchio armamentario critico, sarebbe bastato dire che chi ha il potere illude le poveracce con fantasie di successo. Ma l’armamentario critico non va più di moda.
Tra l’altro, atroce mi sorge il dubbio che dovremmo leggere la frase di Terry non come una spavalda dichiarazione di cinismo, ma come una amara (e forse non del tutto inconsapevole) denuncia di stampo femminista. In effetti, in un paese oscenamente maschilista come l’Italia, che credo abbia meno parlamentari donna del Pakistan musulmano, con l’unico leader politico donna (Rosy Bindi) a cui viene continuamente rinfacciato di essere brutta, per una donna le possibilità di ascesa sociale sono veramente molto limitate. La Montalcini è dovuta andare in America.

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