Molti contrappongono a un'Italia di destra una Francia della Rivoluzione. In realtà, in Francia la destra, dalla Vandée a Monsignor Lefebvre è da sempre fortissima; se consideriamo i governi della quinta repubblica abbiamo una sequenza quasi ininterrotta di gollisti con la parentesi del massone socialista Mitterrand. Quello che colpisce dell'Italia non è tanto il fatto che la sinistra non sia mai andata al potere se non per pochi anni in tutto con Prodi - e in una larga coalizione - quanto la ricorrenza di personaggi quasi sovrapponibili come Crispi, Mussolini, Craxi e Berlusconi. Si tratta, più che di destra, di populismo, espressione dell'antipatia (tutto sommato non insana) per i governanti , che a destra si esprime come populismo e qualunquismo, e a sinistra come inclinazione anarchica più o meno accentuata. Anche i francesi hanno avuto un populismo autoritario, quello di Napoleone III, che è anche durato molto a lungo ed è finito con una disfatta militare come finiscono questi regimi (altri finiscono per una disfatta economica); dopo di che, sono rimasti immunizzati e hanno avuto destre, ma sempre democratiche. Quello che stupisce dell'italia è la coazione a ripetere, l'incapacità di guarire, l'impossibilità di imparare dagli errori.
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