sabato 3 ottobre 2009

Socialdemocrazia



Una cosa che temo non a tutti sia chiara , né a destra né a sinistra, è che in tutti i Paesi d’Europa si tassano i ricchi per pagare i servizi per i poveri – qualcosa di non molto diverso viene prescritto dalla legge ebraica e dal Corano – mentre in Italia si tassano i poveri per pagare i servizi per tutti. Quando Padoa Schioppa – "pagare le tasse è bellissimo" – ha provato a proporre di fare in Italia quello che fanno nel resto d’Europa, tutti a ridere, specialmente a sinistra. Del fallimento di questo tentativo si discute in fondo oggi in Italia – tutto il resto: xenofobia, legalità, ideologia – sono ampiamente ammuina.
Quello che si è fatto in Europa si chiama socialdemocrazia –l ’esempio più eclatante è la Svezia, dove la tassazione arriva circa al 70% senza che nessuno si lamenti di vampirismo – ed era assai vituperata dai comunisti – a ragione, perché era nata per fare argine proprio a un’eventuale rivoluzione comunista, e infatti, ora che il pericolo non esiste più, si sta sgretolando. Oggi va però per la maggiore il modello anglosassone – anglosassone post-thatcheriano, perché da Roosevelt alla Thatcher i paesi anglosassoni hanno adottato la stessa politica economica della Francia, della Germania, della Svezia anche se in forma meno radicale. Il modello postthatcheriano – cioè “ognuno per sé e dio per tutti” piace molto ai ricchi, i poveri credo che non abbiano ancora espresso un parere.


Del resto, il modello socialdemocratico – ma anche lo stano modello italiano – potevano funzionare senza esasperato conflitto sociale – finché i tassi di crescita dell’economia erano elevatissimi – all’incirca dal 1945 al 1972. Oggi i tassi di crescita tendono – al di là delle crisi finanziarie – sempre più a zero, per il semplice motivo che l’economia non può crescere all’infinito.

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