La burocrazia italiana è particolarmente irritante in quanto si basa su due principi: 1) la presunzione di colpevolezza del fruitore 2) lo scarico di responsabilità dell’impiegato (e soprattutto del suo dirigente). L’enorme mole di carta, la surreale complessità delle procedure, derivano da questi due semplici principi – in particolare si richiama costantemente la norma, non per profondo senso delle regole, ma per evitare di prendere decisioni di cui ci si assume pienamente la responsabilità.
La legge Bassanini sull’autocertificazione dimostra come sarebbe semplice sfuggire alla complicazione burocratica – riconoscendo i principi perversi che ne sono alla base e rovesciandoli. Questa santa legge si basa infatti sulla fiducia nel fruitore e nell’assunzione di responsabilità da parte dell’apparato. I burocrati del resto opposero all’inizio notevoli resistenze all’applicazione della legge – cercavano in ogni modo di autenticare le firme ecc. nonostante ciò fosse ormai contra legem – sembrava loro assurdo che fosse non al cittadino necessario dimostrare la sua innocenza, ma a loro la sua eventuale colpevolezza.
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