venerdì 21 agosto 2009

autostima


Acoltavo un lavoratore, credo dell’Alitalia, che descriveva la corruzione imperante nel settore. Stavo per congratularmi, ma mi sono improvvisamente reso conto che non denunciava queste cose per sdegno, ma perché sotto sotto avrebbe voluto far parte anche lui del sistema della corruzione e non poteva. Berlusconi, con un perverso meccanismo psicologico, dà l’impressione alla massa di chi non conta nulla di partecipare all’intreccio politica-affari di cui è garante, come San Gennaro fa credere ai napoletani di essere padroni del proprio destino proprio nel momento il loro destino è nelle mani di eventi imperscrutabili, naturali e politici. Chi critica Berlusconi o San Gennaro, toglie a queste persone l’unico puntello che hanno per non sentirsi nulla. E infatti, la reazione è rabbiosa.
Daniel Pennac, in Chagrin d’Ecole, parla di come fosse un pessimo scolaro. Ai professori appariva un cancre, uno sfrontato, un furbacchione – in realtà, si sentiva un cretino, e più i professori gli davano del cretino, più si confermava quest’opinione di sé stesso. Ne uscì con la severa disciplina del collegio – le difficoltà da superare gli ridiedero fiducia nelle proprie capacità – perché di questo si tratta, fiducia nelle proprie capacità, senza la quale si delega a qualcuno che ci appare migliore di noi – ovviamente, uno in uno stato depressivo come quello descritto si affida solitamente ai lucignoli e ai gatti e le volpi. Noi - e i russi - siamo stati in collegio per più di cinquant'anni - Come ne usciremo?

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