domenica 1 febbraio 2009

Freud e Jung


Freud - oggi abusivamente sequestrato dai filosofi - era un positivista e applicava rigorosamente il metodo scientifico – aveva iniziato i suoi studi sezionando cervelli di lamprede, e chiamava metapsicologia, sul modello di metafisica, quello che non poteva appoggiarsi a casi clinici sperimentali. Solo, non era riduzionista, non perché non gli sarebbe piaciuto – aveva iniziato sezionando i cervelli del vertebrato più primitivo che esista – ma perché si era reso conto che occorrevano “grandezze” nuove per spiegare scientificamente la psiche, un po’ come i fisici degli inizi dovettero introdurre una gran quantità di grandezze apparentemente immateriali come energia, quantità di moto, forza, ecc.
Chi legga l'inizio dell’Interpretazione dei Sogni, dove si riportano gli studi precedenti, si accorge che c’è ben poco rispetto alle moltissime pagine che seguono. Freud, come ogni scienziato scrupoloso aveva cercato, aveva prima fatto una ricerca bibiliografica, ma non aveva trovato fondamentalmente niente.
Jung, che spesso viene contrapposto a Freud, si accorse che la bibliografia già c’era, era amplissima, ma andava cercata nell’astrologia, nell’alchimia, nella cabbala, nei veda, nel buddhismo, nel cristianesimo, in una parola, nella sapienza. E questa sapienza – anzi, queste sapienze – avevano trovato molti dei risultati scoperti da Freud – per esempio, come già ho altre volte, libido, energie psichiche e spirito sono probabilmente la stessa cosa. E la teoria dell’inconscio collettivo deriva proprio dal fatto che le sapienza danno per scontato che lo spirito - l’atem - permea l’universo – in termini freudiani si potrebbe dire che la libido permea l’universo, e che quindi l’inconscio non può essere studiato limitandosi agli individui.

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