mercoledì 3 settembre 2008

La Cena di Trimalcione



La cena di Trimalcione, l'unico brano completo del Satyricon di Petronio, ridicolizza il liberto arricchitosi favolosamente, ignorante e volgare. E' la satira della decadenza di Roma, e ancora lo leggiamo così. Recentemente l'ho riletto - Petronio è un grandissimo scrittore - e mi ha colpito un passo che non ricordavo, in cui Trimalcione racconta la sua storia. Ha iniziato facendosi prestare i soldi dalla moglie e li ha investiti nel commercio, all'inizio ha avuto dei rovesci che hanno rischiato di rovinarlo, ma poi le speculazioni hanno cominciato ad andare sempre meglio, espandendo enormemente la sua ricchezza. A questo punto, dice, preferì non tentare oltre la fortuna e si ritirò dai commerci vivendo della rendita dei suoi terreni. Sembra una frase insignificante, ma significa che Trimalcione, un emprunteur, quindi un capitalista a tutti gli effetti, si era ritirato dall'impresa per diventare un latifondista, un rentier. In altre parole, i molti Trimalcioni di Roma stavano per far nascere il capitalismo già nel II secolo d.C., e si sono fermati probabilmente proprio perché si vergognavano delle loro speculazioni - proprio quello che gli imputa Petronio. Abbiamo dovuto aspettare 1500 anni per arrivare alla Rivoluzione Industriale. E in mezzo abbiamo dovuto avere il Medioevo.




Chissà chi è, oggi, il Trimalcione che prendiamo in giro, e quale nuova fase di sviluppo dell'umanità bloccherà il suo ritirarsi dalla scena.

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