lunedì 25 agosto 2008

classi sociali


Forse occorre un ripasso delle classi sociali – gran parte dell’operazione culturale che ha portato all’egemonia della destra è consistita nel non fare conoscere le classi sociali tra di loro.

  • i sottoproletari: quelli che vivono di piccola criminalità e di prostituzione
  • proletari: essenzialmente gli operai e i braccianti – di solito si pensa solo agli operati manifatturieri ed edili, ma comprende un numero più ampio di lavoratori
  • i piccolo borghesi: gli impiegati; tendono a suddividersi in una miriade di straterelli a seconda del reddito – Orwell si prendeva in giro dicendo di appartenere alla upper lower middle class – che cercano di distinguersi in ogni modo; ai ragazzetti piace distinguere i truzzi dai metallari dai punk dai fighetti ecc. – le varie fasce di reddito della piccola borghesia cercano di distinguersi in ogni modo. Storicamente lo strato di reddito più elevato della piccola borghesia veniva chiamato ceto medio – funzionari,dirigenti, professori universitari ecc. – ma oggi va di moda tradurre con ceto medio il termine middle class, cioè piccola + media borghesia – una traduzione assai impropria che nasconde una precisa operazione ideologica
  • la media borghesia: i professionisti (avvocati, notai ecc.)
  • l’alta borghesia: gli imprenditori I commercianti sono difficilmente classificabili: i piccoli commercianti fanno parte della piccola borghesia, i grandi commercianti della media e alta borghesia. I contadini sono ancora più difficilmetne classificabili, se sono braccianti sono sicuramente proletari, se sono piccoli proprietari sono una classe a sé probabilmene residua dell’epoca premoderna.
    In America, e in fondo anche in Italia, esiste una alta borghesia protetta dallo stato – in America latina soprattutto latifondisti, in America settentrionale i petrolieri, nella Germania nazista alcune grandi industrie come la Krupp – che nel caso dell’America latina viene chiamata borghesia compradora. Una classe che non esiste più è l’aristocrazia – nei paesi dove gli aristocratici sono ancora ricchi, per esempio in Inghilterra, non sono distinguibili dall’alta borghesia – che svolgeva un ruolo quasi identico a quello della borghesia protetta e compradora.
    In Inghilterra si parla di upper, middle e lower o working class - che corrispondono rispettivamente ad alta borghesia, media + piccola borghesia e proletariato e sottoproletariato – ma la classificazione è sottilmente divers,a perché non si basa sull’economia, ma sul potere sociale. Infatti, fino al 1830 circa la borghesia, anche ricchissima, era middle classe; solo dopo una parte entra a far parte dell’upper class, lasciandosi alle spalle piccola e media borghesia – non è un caso che l’abbozzo del 1827 della teoria dell’evoluzione di Darwin cadde nell’indifferenza assoluta, mentre l’Origine della specie, che è del 1853, scatenò un immenso clamore.
    Nota per i Marxisti: se è vero che quando Marx distingue proletariato da borghesia contrappone le prime due classi alle ultime tre –altri parleranno più tardi di proletariato sociale, che comprende le prime tre classi, enfatizzando la dicotomia tra lavoro dipendente e autonomo –il suo modello economico si limita al proletariato in senso stretto e all’altaborghesia, escludendo le altre classi che sono improduttive – un concetto già introdotto dagli economisti classici che però avevano in mente soprattutto l’aristocrazia, mentre Marx pensva soprattutto alla piccola borghesia. Si tratta di un processo di semplificazione tipico dei modelli scientifici, in cui occorre enucleare i fattori determinanti – potremmo dire la “sostanza” – dai fattori che possono essere tralsciati senza che il modello cessi di rappresentare realisticamente la reatà e che potremmo chiamare “accidenti” – e che possono essere introdotti successivamente in versioni più complesse del modello. In fisica il modello della caduta dei gravi è la caduta dei gravi nel vuoto, l’attrito dell’aria viene considerato sostanzialmente solo nelle applicazioni pratiche.

    Storicamente i sottoproletari e i piccolo borghesi sono tendenzialmente fascisti – l’invidia per la classe sociale che gli sta sopra è il loro sentimento dominante, e il fascismo è il figlio dell’invidia; i proletari sono socialisti, i piccolo borghesi che studiano (gli studenti universitari) e spesso quelli che lavorano nella cultura e nel pubblico impiego sono rivoluzionari (comunisti, anarchici ecc.); l’alta borghesia è liberale, ora liberale di destra ora liberale di sinistra. La borghesia protetta di solito ha simpatie naziste. Per quanto semplicistico, questo schema cattura abbastanza la realtà. Non spiega invece – nonostante una diffusa opinione – chicomanda in un dato momento – quest’ultimo è un problema di egemonia, prima di tutto egemonia politica - e poi anche di egemonia culturale.
    In Italia va di moda – sia a destra che a sinistra - l’idea che le idee politiche dipendano non da come uno si guadagna da vivere, ma dal grado di istruzione. L’istruzione è importantissima, ma quando uno deve costruire un modello esplicativo viene dopo.


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