Sinistra ha due significati: 1) progressista 2) chi sta dalla parte dei deboli. Ovviamente le due cose vanno insieme, perché chi sta bene non ha bisogno (in genere, ci sono molte eccezioni) di progredire. A Cristo non importava niente dei poveri; però non poteva rivolgere il suo messaggio di rinnovamento (questi in fondo significa la resurrezione) ai sazi, che non avevano nessun bisogno di rinnovarsi, mentre trovava ascolto presso gli ultimi, per cui riscatto e rinnovamento erano sinonimi.
Non interessandosi di politica si è trovato a commettere un colossale errore politico. Si è trovato stretto da una parte tra gli zeloti, un movimento rivoluzionario insurrezionale che voleva la liberazione di Israele, che lo hanno considerato dalla loro parte, gli hanno offerto di diventare re di Israele, e quando Cristo (come dice Giovanni) ha rifiutato lo hanno considerato un traditore; dall’altra tra i Romani, che lo consideravano un pericoloso sovversivo soprattutto perché la sua predicazione probabilmente aveva trovato il favore della grande maggioranza degli ebrei. I Romani lo hanno messo a morte come sovversivo, spalleggiati dagli zeloti (probabilmente questi erano gli ebrei che preferirono il ladrone, anche lui un insorto, a Cristo). Ora, se Cristo fosse diventato re di Israele, il cristianesimo sarebbe la religione degli ebrei, e vedremmo il papa (che starebbe a Gerusalemme) come il Dalai Lama, cioè il portavoce di altissime istanze spirituali, che tutti rispettiamo, che ha poco peso nei giochi politici, ma proprio per questo può svolgere liberamente la sua missione religiosa. Invece, da una parte gli zeloti, troppo estremisti rispetto agli effettivi rapporti di forza, senza la guida di un leader riconosciuto dalla maggioranza del popolo, sono stati sconfitti pochi anni dopo, trascinando con sé l’intero popolo di Israele, che ha visto nel 70 la distruzione del Tempio di Gerusalemme e subito dopo la diaspora (la storia ricorda curiosamente quella delle Brigate Rosse). Dall’altra i cristiani, che non volevano mischiarsi con la politica (date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio) si sono trovati costretti, inizialmente solo per sopravvivere, prima a conquistare l’impero romano, poi a prendere il posto dell’Imperatore, e infine a unire il trono e l’altare. Il risultato è stato esattamente quello che Cristo temeva: il potere ha inquinato la religione, con una secca perdita complessiva di spiritualità nei paesi cristiani.
Questa interpretazione mi è stata suggerita da un’osservazione di Jung (Tipi psicologici) riguardo la terza tentazione di Cristo, quella in cui Satana gli propone di diventare re della terra. Dice Jung che se Cristo avesse preso più letteralmente (la traduzione dice “concretisticamente”, ma sospetto che nell’originale sia sachlich, che vuol dire oggettivamente, concretamente e anche letteralmente) questa sua fantasia il suo passaggio sulla terra sarebbe durata molto più a lungo. In altre parole, anche Cristo aveva un demone (e il bello è che ce lo dice), la volontà di potenza. Nietzsche ha preso un grande abbaglio: la volontà di potenza non è l’istinto primario dell’uomo che si esprime al massimo nella Grecia arcaica, ma il demone personale di Cristo diventato il demone che affligge l’Occidente.
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